lunedì 17 giugno 2013

"NINFEA" di Danila Russo, Libreria Feltrinelli - Pescara


Lo scorso 16 Giugno presso la Libreria Feltrinelli di Pescara, ho avuto di nuovo occasione di presentare il libro di poesie di Danila Russo, dal titolo "NINFEA" edito da Arduino Editore.

L'evento, documentato attraverso le fotografie di Loredana Cacciatore e dall'intervista all'autrice a cura di Juice Radio Italia, si è svolto dinanzi ad una sala gremita.
Con l'autrice si sono nuovamente sviscerate le origini delle poesie e della raccolta, i sentimenti di cui si fa portatore, le ispirazioni e gli oggetti ricorrenti. 

L'apertura di NINFEA, che trova un'invocazione alle Muse, fornisce l'occasione per una introduzione a quella stessa invocazione che troviamo nell'incipit dei poemi omerici, nella stessa ispirazione poetica dei poeti classici e sul "Furore poetico" di Platonica memoria. 


“Per grazie delle Muse alcuni uomini sono poeti” (Esiodo). 
Appunti:
La creazione è una concessione degli dei, ma l’aiuto delle Muse si rivolge al contenuto e non alla forma: i poeti, come Omero stesso nell’Iliade, chiedono alla Muse il tema da trattare, la verità. Sono quindi come i profeti depositari della verità concessa per grazia divina .Il poeta però non è posseduto: egli è l’interprete della Muse caduta in stato di trance. La figura del poeta preda della creazione frenetica non si incontra prima del V sec. ed è un prodotto del movimento dionisiaco. Questa invocazione alle Muse successivamente diventerà l’emblema del poema epico, ed in questo senso verrà utilizzato da Ariosto e Tasso, per proporre un poema classico nel quale sarebbe andatiad intrecciarsi elementi classici e valori cristiani, con l’insanabile dissidio tra l’utile inteso come pedagogico e dilettevole, secondo il gusto classico che sappiamo esistere in Tasso.

La trattazione dell'amore che troviamo in "NINFEA", un amore deluso ma che non abbraccia mai la soluzione dell'odio e della rabbia, ma piuttosto teso ad accettare lo stato delle cose e a convivere più o meno serenamente con nostalgia e rimpianti, offre invece lo spunto per un'altra divagazione: Giacomo Leopardi e Il Ciclo di Aspasia, l'amore deluso che trova un poeta ormai disilluso che si rivolge alla natura matrigna come crudele fautrice dell'estremo inganno:

Appunti: 
1         il ciclo di Aspasia : (Aspasia era la donna amata da Pericle nel V sec aC). Cinque componimenti scritti tra il ’33 e il ’35: il pensiero dominante, Amore e morte, Consalvo, Aspasia, a se stesso. Una poesia nuova, diversa da quella degli idilli in cui il linguaggio non si basa più su immagini vaghe e definite, sulle illusioni giovanili e non è più limpido e musicale, sia ha una poesia nuda, severa, priva di immagini sensibili fatta di puro pensiero. Il linguaggio aspro e antimusicale, sintaqssi complessa e spezzata.
2         La tensione eroica: la scomparsa dell’inganno estremo, l’amore, distacco dalle illusioni giovanili e persino il desiderio dei cari inganni è spento. Ma dinanzi al vero non c’è un atteggiamento contemplativo, piuttosto sprezzante: Leopardi si erge eroicamente a sfidare il fato, la natura che hanno come fine il male.
Scroscio di applausi per gli attori che gentilmente hanno prestato le loro voci all'interpretazione dei componimenti, e per la fresca e tremante voce dell'autrice che ancora non riesce a dominare quella stessa emozione che la induce a scrivere ...




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