martedì 31 gennaio 2012

RIYOKO IKEDA, l'autrice di Lady Oscar: l'ambiguità sessuale nella cultura giapponese

Secondo appuntamento con "Disapprovare la pioggia"

E il secondo appuntamento si propone molto più complesso, del primo.
La protagonista è Riyoko Ikeda autrice del noto anime Lady Oscar, noto anche come Le Rose De Versailles, o Versailles no bara. Ma il personaggio Ikediano, caratterizzato in occidente da un'ambiguità sessuale che nella sua terra natia è solo esempio della possibile convivenza in una donna di femminilità e carisma, è il pretesto, per un'analisi della società giapponese e di quel fenomeno dilagante che risponde al nome di Visual Key e al volto di Mana.
M. Di Gregorio, G. Di Fabio, M. Rosini, D. D'Annunzio
Alla presenza di diversi esperti del settore, come la Dott.ssa Grazia di Fabio, insegnate di lingua giapponese, la Fumetteria Acme di Pescara rappresentata da Matteo Di Greogorio, fondatore del gruppo Cosplay Abruzzo; il Prof. Donato D’Annunzio, docente all’Accademia del Fumetto – la scuola degli autori – Pescara, ed infine il Prof. Manuel Rosini, grafico e docente presso l’Università Europea del design di Pescara, autore del blog “tokyoclimber.wordpress.com/”, una sorta di vademecum per gli italiani, aspiranti giapponesi, si è analizzata l’opera, tutta, di Ryoko Ikeda. A partire da Versailles No Bara, noto al grande pubblico con il titolo di Lady Oscar, passando per gli altri capolavori della sua produzione Caro Fratello e Orpheus, nei quali persiste, come un modulo, il tema dell’ambiguità sessuale in età adolescenziale. Dunque i generi Yaoi e Yuri, manga che raccontano amori di tipo omosessuale, ed altri aspetti collaterali al manga, come il Cosplay.
E se Oscar Wilde costituiva un caso di identità tra vita e arte, Lady Oscar costituisce un caso, indiretto, del potere di fascinazione dell’ambiguità sessuale. Un potere evidente, sul quale negli anni è intervenuta la censura.
“Disapprovare la pioggia” letteratura, arte e media in marcia con la cultura omosessuale, in questo secondo appuntamento, smembrerà il totem monolitico dell’omosessualità agli omosessuali, mostrando l’ampia diffusione della cultura omosessuale, in ogni sua più piccola e affascinante sfumatura.

Roberta D'Intinosante

Oscar Wilde: "l'amore che non osa pronunciare il suo nome"

Primo appuntamento con "Disapprovare la pioggia":

Il primo appuntamento di "Disapprovare la pioggia", il progetto-evento che si propone di dimostrare l'inscindibilità dei tre elementi di Arte/Vita/Sessualità, inizia - e non poteva non iniziare - il suo percorso con Oscar Wilde: "l'amore che non osa pronunciare il suo nome".
 Proprio con Wilde, infatti, la vita e l'arte si mescolano, indossolubilmente, dimostrando "quanto la vita imiti l'arte molto più di quanto l'arte non imiti la vita".
La suo vita è andata in scena, interpretata da Orazio Di Vito e Raffaella Cardelli, attraverso le parole tratte dalle sue opere e dalla sua vita. Se ciò non bastasse, i Notturni di Chopin, scelti e magistralmente eseguiti da Fiorenza Panaccio, hanno disegnato un'atmosfera di dolce, malinconico, romantico e compassionevole sentimento. Nei confronti di un Oscar Wilde, che dietro il freddo cinismo dei suoi  aforismi, ha rivelato, un'anima fragile e appassionata, nota a pochi.

"Datemi una maschera e vi dirò la verità"



Roberta D'Intinosante

* Disapprovare la pioggia"

L'immagine simbolo di "Disapprovare la pioggia".


Con il nuovo anno ho dato il via ad un progetto culturale, che vedrà coinvolti i molteplici aspetti dell’espressione artistica e del libero dibattito, che dalla storica data del 28 Giugno 1969 hanno marciato accanto alla “Cultura omosessuale” in vista di un suo effettivo riconoscimento.
Narrativa, teatro, arte visiva, saggistica e ancora il cinema e gli altri media, che abbiano affrontato direttamente o indirettamente il tema dell’omosessualità, saranno proposti al pubblico, di serata in serata, di autore in autore, per esaminare le ragioni e gli effetti profondi di quella che non è semplicemente una “questione privata” e sensuale, ma una differente concezione della vita poiché, come Goffredo Parise scrisse, “ciascun uomo è ciò che è la sua sessualità”. E l’opera, l’espressione di qualunque genere, il luogo ideale del confronto. 

Gli incontri a cadenza quindicinale, sotto la mia curatela, saranno raccolti sotto il titolo “ Disapprovare la pioggia… : letteratura, arte e media in marcia con la cultura omosessuale”. La volontà sottesa, è quella di dimostrare l'inscindibilità di una relazione di tre elementi, condensata nell'aforisma di Parise, i cui termini sono VITA/ARTE/SESSUALITA'. Un'interpretazione che intenda prescindere da questa congiunzione, che non riguarda solo l'omosessualità ma ogni forma desiderio, è una menomazione di senso. Proporre, inoltre, un luogo di discussione e fermento, alternativo alle sedi deputate per l’impegno sociale e politico a Pescara: l’associazione Jonathan e l’Arcigay Pescara.


“Mi è sempre sembrata un po' inutile la disapprovazione dell'omosessualità. È come disapprovare la pioggia.
                                                                                                                             (Francis Maude)